Digital-divide o democracy-divide?Il "divario digitale" è la differenza esistente tra chi ha reale accesso alle nuove tecnologie infotelematiche (in particolare internet) e chi non riesce ad accedervi. Questa è una problematica di base all'affermazione dell'e-democracy. Se mancano le premesse, una reale applicazione dell'e-democracy non è possibile. Facciamo qualche considerazione di ordine qualitativo: cosa si intende per inaccessibilità alle tecnologie infotelematiche? Partiamo dal caso più estremo, l'impossibilità fisica di accedere ad internet. Perché nel XXI secolo sarebbe impossibile accedere ad internet? Non penso che il problema sia di tipo tecnologico: tra fibre ottiche, doppini per l'ADSL, ponti radio (3G e 4G) e satelliti, vi sono tutte le tecnologie sufficienti per arrivare anche nella località più sperduta. L'impossibilità fisica è sostanzialmente legata all'aspetto economico. Non sto parlando semplicemente dell'impossibilità di acquistare un terminale e accedere ai servizi in rete con continuità; ma anche al fatto che i costi delle infrastrutture ne frenano la realizzazione nelle località dove non c'è sufficiente utenza per giustificare l'investimento. Anche dove gli impianti ci sono e il servizi sono disponibili, non è detto che tutti possano permetterseli. La crisi sta incidendo sulla spesa delle famiglie e i costi relativi all'accesso infotelematico non sono prioritari rispetto al cibo e alle bollette. Anche un accesso limitato alle risorse infotelematiche (in termini di tempo e/o velocità) porta subito a divisioni di natura politica. Nel caso più estremo della democrazia diretta pura, accedere "qualche volta... quando possibile... ", significa avere potere politico "qualche volta... quando possibile... ", significa non avere lo stesso potere politico degli altri cittadini. Crea immediatamente una disuguaglianza di fatto. Ma l'aspetto più preoccupante è che oggi non tutti hanno le capacità tecniche e culturali per partecipare direttamente alla vita politica e/o usare le nuove tecnologie infotelematiche. Con opportuni investimenti si può portare la tecnologia nella casa dei cittadini, ma poi questi avranno la necessaria cultura per usarla correttamente, e in sicurezza? Molto è da fare a livello di informazione e istruzione... ma per le vecchie generazioni potrebbe essere già troppo tardi. Luca Z. Commenti (1) |