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Inviato da avatar Daniele Mazzucato il 03-10-2014 alle 19:59 Leggi/Nascondi

Continuo a leggere con molto interesse tutti i tuoi contributi.

Anche qui tocchi un tema caldo e ben argomentato, come sempre sai fare.

 

Ti risponderò facilmente. Il digital divide e dunque l'impossibilità di una e-democracy su scala globale mi pare semplice constatazione fisica, con 7 miliardi di persone sulla terra. ma è un mio personalissimo ed opinabile parere, la storia parlerà.

Mi piace entrare nel pratico: guardiamo a casa nostra, in italia, e vediamo subito che l'unico vero principale problema causa del digital divide, se escludiamo quel 10% (sparo un numero abbastanza casuale, eventualmente da approfondire) di cittadini talmente in miseria da non potersi permettere un pc e una connessione internet minimale (mi immagino praticamente solo senzatetto, o eremiti isolati dalla società), per il rimanente 90% è una carenza culturale a mio avviso.
Non solo non si possiedono le capacità informatiche come correttamente fai notare, ma tante volte non si ha nemmeno l'interesse concreto nel provare ad imparare: non si percepiscono i vantaggi e le potenzialità dell'e-democracy (e ci credo: se non ci si è mai interessati nemmeno a capire come funziona un pc ed internet...), si resta scettici e dunque passivi.
Siamo realisti: le persone più anziane resteranno in gran numero fuori dall'e-democracy ad oggi, salvo chi si farà delegare da figli parenti o amici (che spingeranno più o meno interessatamente per convincerli).


Ma non lo vedo questo un ostacolo che possa giustificare l'abbandono del progetto: l'e-democracy non sostituirà di colpo il metodo attuale. Se si attiva in parallelo, mirando a forme referendarie non solo abrogative, anche il solo poter votare pubblicamente in massa per esprimere il proprio parere su questioni varie di interesse collettivo, credo sarebbe già di per sè un'interessante strumento informativo.

Poniamo il voto online anche di 'sole' 3-400 mila persone (traguardo a mio avviso raggiungibilissimo, se viene poi promosso mediaticamente anche a livello istituzionale) in un sistema di e-democracy con buon livello di affidabilità e sicurezza sulle identità dei votanti e sui conteggi delle preferenze: può non essere democraticamente sufficiente a legittimare un provvedimento di per sè, ma può essere un ottimo meccanismo di feedback utile ai politici per muoversi in migliori direzioni.

In secondo luogo, penso che l'innovazione e l'evoluzione necessaria al nostro paese possa arrivare più facilmente da menti fresche piuttosto che dalle più cristallizzate e disilluse menti più anziane. ben'inteso: mi riferisco a quelle menti 'anziane' che non arrivano ad interessarsi a questa importante opportunità che la tecnologia offre loro (quindi potenzialmente anche un giovanotto menefreghista). Se non interessa, non significa che bisogna bocciare l'e-democracy: si viaggia con le persone che ci sono.
E' lo stesso utilizzo e diffusione di questi strumenti nella vita comune che può incentivare anche i più pigri a sforzarsi di imparare e partecipare. Inoltre più passa il tempo più inevitabilmente crescerà la percentuale di nativi digitali rispetto alla popolazione totale, diminuendo costantemente il digital divide.

detto questo, ci sarà sempre una minoranza di giovani che non vorrà in alcun caso accedendere il pc, esattalmente come ci sarà sempre una minoranza (nemmeno troppo risicata) di persone che non hanno mai alcuna intenzione di andare a votare. Pazienza, peggio per loro, io la vedo così :)


Saluti,

e grazie.

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