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Inviato da avatar Fiorella De Cindio il 28-07-2014 alle 01:06 Leggi/Nascondi

Domani iniziano i lavori della Commissione di studio promossa dalla Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini su “Internet Bill Of Rights” per “elaborare principi e linee guida in tema di garanzie, diritti e doveri per l'uso di Internet” come si legge nel comunicato stampa del 18 luglio scorso. Un successivo comunicato (del 22 luglio) ha indicato i nomi dei membri della Commissione: sono stai chiamati a farne parte10 deputati, ovviamente di tutti I partiti, “attivi sui temi dell'innovazione tecnologica e dei diritti fondamentali” e 13 “studiosi ed esperti, tra cui il professor Stefano Rodotà, operatori del settore e rappresentanti di associazioni.”

Ecco i nomi.

DEPUTATI; Davide CAPARINI (LNA), Paolo COPPOLA (PD), Diego DE LORENZIS (M5S), Pasquale MAIETTA (FDI-AN), Gregorio GITTI (PI), Gennaro MIGLIORE (Misto), Giovanni PAGLIA (SEL), Antonio PALMIERI (FI-PDL), Stefano QUINTARELLI (SCI), Paolo TANCREDI (NCD)

COMPONENTI NON PARLAMENTARI: Dott. Luca DE BIASE, Prof. Emilio DE CAPITANI, Prof. Juan Carlos DE MARTIN, Prof.ssa Giovanna DE MINICO, Prof.ssa Anna OLIVERIO FERRARIS, Ing. Giuseppe Amedeo MARINO, Dott. Salvo MIZZI, Dott. Marco PIERANI, Dott.ssa Antonia Giulia PIZZALEO, Prof. Stefano RODOTA', Dott. Massimo RUSSO, Ing. Stefano TRUMPY, Dott.ssa Lorella ZANARDO

Spiace osservare che per i componenti non parlamentari non sia fornito altro che il titolo: non una affiliazione, un profilo, un curriculum. Tolti alcuni nomi molto noti, per conoscere chi e per quali meriti e competenze è stato chiamato dalla Presidente Boldrini a far parte di questa commissione, ci si deve affidare a San Google?

I comunicati delineano (grosso modo) anche l’iter dei lavori: domani, appunto, la prima riunione. Poi le proposte che la Commissione elaborerà saranno sottoposte ad una consultazione pubblica per assicurare una partecipazione più larga possibile alla definizione di un testo finale. I primi risultati saranno sottoposti altresì all'attenzione dei partecipanti alla riunione interparlamentare sui diritti fondamentali che si terrà proprio alla Camera il 13 e 14 ottobre 2014 nel corso del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea e che vedrà la partecipazione dei Parlamenti di tutti e 28 gli Stati membri dell'Unione europea. Infine le conclusioni del lavoro della Commissione saranno quindi messe a disposizione delle Commissioni permanenti della Camera.

Quindi dopo la “Consultazione Pubblica sui Principi Fondamentali di Internet” svolta dal MIUR (in particolare dallo staff reclutato con concorso pubblico dal Ministro Profumo per affiancarlo sui temi dell’Agenda Digitale) durante il governo Monti, ci sarà ora una nuova Consultazione Pubblica sostanzialmente sugli stessi temi. Le idee le furono allora raccolte verranno considerate nei lavori? oppure si ricomincia tutto da capo?

E quale piattaforma verrà usata per la consultazione (immagino che sarà fatta online)? scelta come? anche in questo caso decide la Presidente Boldrini, oppure la commissione? oppure, come pare da “indiscrezioni di corridoio” è già deciso?

Come è ampiamente documentato in vari post di questo sito, le esperienze di consultazioni pubbliche dei governi Monti, Letta e Renzi, dal punto di vista della metodologia e della tecnologia non hanno avuto un andamento del tutto lineare: dalle email e/o form online nelle prime (spending review, valore legale del titolo di studio), a strumenti di idea gathering proprietari (Ideascale, usato appunto per quella sui Principi fondamentali di Internet e poi sul programma comunitario Horizon 2020).

Il governo Letta, per la consultazione sulle Riforme istituzionali lanciata nel luglio dello scorso anno (2013) si avvalse delle competenze sviluppate dal precedente governo (come sappiamo noi di “codici” che abbiamo sentito la presentazione di Damien Lanfrey al workshop di settembre) e di una piattaforma dedicata, affiancata – a fine settembre 2013, cioè due mesi dopo l’avvio della stessa e a uno dalla fine - come ambiente di idea gathering da CIVI.CI, software anch’esso proprietario di cui Fondazione <ahref detiene il copyright.

Pare che CIVI.CI sia in pool position anche per la consultazione sull’Internet Bill of Right.

-- fiorella

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