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Inviato da avatar Luca Zanellato il 22-06-2014 alle 17:18 Leggi/Nascondi

La scorsa settimana leggevo un articolo su Le Scienze, "Prove di dialogo tra scienza e politica" (Le Scienze - Giugno 2014), a cura di Adriana Valente e Tommaso Castellani. L'articolo verteva sul tentativo di dare dei suggerimenti alla politica per lo sviluppo dell'attività scientifica, attraverso un processo partecipativo che coinvolgesse un gruppo misto di esperti, in parte appartenenti al mondo della ricerca, e in parte al mondo della politica.

L'esperimento prevedeva di far emergere un certo numero di idee condivise grazie al Metodo Delphi.

La spiegazione del Metodo mi ha suscitato subito interesse, e mi ha ricodato un metodo che avevo sperimentato qualche tempo fa in una piattaforma informatica chiamata Vilfredo và ad Atene.

Il Metodo Delphi

Il Metodo Delphi prevede di trovare soluzioni condivise a dei problemi attraverso un processo che affini via via le varie soluzioni proposte, tramite la prensentazione a degli esperti di soluzioni-sintesi, e richedendo loro di darne un'opinione e/o modificarle. Il processo viene re-iterato più volte, fino al raggiungimento di un'accordo.

L'obbiettivo ideale è ottenere, da un grande numero di idee iniziali, parziali e non condivise, una sola soluzione completamente condivisa da tutti; ma è accettabile anche più soluzioni, purché egualmente condivise e non in antitesi.

Il Metodo Delphi è applicato con varie varianti, ma in sintesi il processo è il seguente:

  1. degli esperti propongono delle idee a dei facilitatori indipendenti;
  2. i facilitatori distribuiscono a tutti (in forma anonima) le idee proposte;
  3. gli esperti analizzano le idee, approvandole, modificando le proprie o richiedendo delle modifiche alle altrui;
  4. i facilitatori redigono delle sintesi di quanto espresso dagli esperti;
  5. i facilitatori ridistribuiscono le sintesi agli esperti (sempre in forma anonima) richiedendo una nuova valutazione.

Il processo cicla fino al raggiungimento di sintesi sufficentemente condivise.

Il Metodo ha come suoi cardini:

  • la revisione iterativa (ciclica) delle sintesi e dei contributi degli esperti;
  • l'uso di facilitatori per la preparazione delle sintesi e la presentazione dei singoli contributi;
  • il mantenimento dell'anonimato delle osservazioni degli esperti.

Gli aspetti che considero più interessanti sono due:

  • il tentativo di risolvere problemi complessi attraverso un processo ciclico, che affini idee attraverso il confrono (e magari il dialogo) con altri punti di vista;
  • l'uso dell'anonimato per esporre soluzioni, suggerimenti o semplici commenti.

Vilfredo và ad Atene

Come accennato, in precedenza avevo provato la piattaforma Vilfredo và ad Atene, sviluppata a partire dalle idee di Pietro Speroni, e che di fatto è simile per alcuni aspetti del Metodo Delphi. Per la spiegazione particolareggiata rimando al blog di Speroni e a questa pagina.

Io sintetizzerò dicendo che le differenze principali stanno:

  1. nella rinuncia della figura del facilitatore, sostituita dalle funzionalità della piattaforma stessa;
  2. introduzione di un algoritmo che filtra le soluzioni-idee, selezionando quelle che debbono "sopravvivere" per il successivo ciclo.

Il primo punto è più chiaro, si tratta di eliminare la figura del facilitatore automatizzando la parte burocratica del suo lavoro, e costringendo gli stessi esperti a redarre le sintesi, spingendoli a modificare o redarre soluzioni-sintesi più condivisibili.

Il secondo punto è più complesso. L'algoritmo si basa sulle idee del matematico Pareto, su come risolvere problemi complessi isolando e concentrandosi sugli aspetti più significativi; queste idee trovano oggi applicazioni pratiche nel mondo dell'economia, della finanza e dell'ingegneria. In particolare, l'algoritmo seleziona per il ciclo successivo solo le soluzioni-idee che si trovano sul fronte di Pareto delle indicazioni di gradimento dei partecipanti (esperti). L'idea è che, nell'evoluzione dei cicli, le soluzioni-idee più condivisibili tendono a sopravvivere, mentre le altre vengono via via scartate (in questo senso è definibile un algoritmo genico).

Il "Metodo Speroni" si può sintetizzare:

  1. qualcuno pone una questione nella piattaforma;
  2. i partecipanti (esperti) redigono indipendentemente delle possibili soluzioni;
  3. al termine di questa fase, la piattaforma chiede ai partecipanti di leggere tutti i contributi, valutare se sono accettabili e, se no, perché non lo sono;
  4. finito la fase di valutazione, la piattaforma applica l'algoritmo che scarta le soluzioni che non si trovano sul fronte di Pareto;
  5. la piattaforma ripresenta le soluzioni sopravvisute (con le osservazioni), chiedendo di ai partecipanti di farne una sintesi o di modificarle per renderle più condivisibili;
  6. effettuate le modifiche o introdotte delle sintesi, gli elaborati vengono presentati per una nuova fase valutativa.

Il processo cicla fino al raggiungimento della piena condivisione tra i partecipanti su una o più soluzioni.

OpenDCN

Anche la piattaforma OpenDCN ha implementato uno strumento che utilizza un metodo iterativo, chiamato "Brainstorming".

Anche in questo caso non è prevista la figura del facilitatore, e il lavoro di rielaborazione e sintesi è lasciata ai partecipanti.

Non conosco il funzionamento dell'algoritmo di valutazione, ma sembra che lavori su valutazioni a punteggio (mentre su Vilfredo la valutazione di tipo concordo/non concordo).

Ad ogni ciclo, le soluzioni-idee meglio valutate vengono messe in evidenza, e l'amministratore della piattaforma può decidere arbitrariamente di far teminare la quest al termine di un ciclo, anche se non raggiunto il pieno consenso.

Wikipedia ed altre wiki

Forse uno degli strumenti iterativi più noti è Wikipedia. A ben vedere le wiki lavorano per natura in modo iterativo: infatti il metodo di lavoro a scrittura collaborativa, senza limite temporale, porta di per sè all'elaborazione di testi che sono la sintesi, via via affinata, corretta e dettagliata dell'argomento trattato.

I redattori sono contemporaneamente autori e controllori dell'elaborato complessivo, e i moderatori dovrebbero intervenire solo in presenza di dissidi insanabili.

Anonimato

Un ultimo aspetto importante che voglio rimarcare del Metodo Delphi, è l'uso dell'anonimato durante la sessione di lavoro.

I contributi dei partecipanti in forma anonima presenta diversi vantaggi:

  • impedisce ai partecipanti di usare il loro peso politico per sostenere le proprie idee;
  • impedisce ai partecipanti di usare la loro personalità per dominare il dibattito;
  • impedisce ai partecipanti di avere dei preconcetti dettati dai rapporti personali con gli altri;
  • si spinge a valutare i contenuto delle proposte piuttosto che la notorietà dell'autore.

L'altra faccia della medaglia, è che in presenza di un gruppo di partecipanti aperto, non si hanno riferimenti per valutare il loro grado di preparazione. Ovviamente, se il gruppo di partecipanti è chiuso, sarà automatico pre-selezionarli con il voluto grado di preparazione (i famosi esperti).

In Delphi l'anonimato è un requisito del metodo, in metodi simili, es. Vilfredo, è una scelta.

Altri approcci alla questione si risconta ad esempio nella piattaforma Airesis (che sebbene non implementa direttamente un metodo iterativo), si può scegliere tra una partecipazione palese o un anonimato temporaneo, limitato al periodo di dibattito delle quest.

Luca Z.

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