Cooperazione o Competizione? Cosa, Come e Perchè

Inviato da avatar Stefano Stortone il 15-10-2013 alle 17:22 Leggi/Nascondi
0 consensi
Segnala Segnala come rilevante - Segnalato rilevante da 0 persone.

Ciao a tutti,

volendo far seguito agli auspici e ai desiderata del Workshop (di continuare il discorso di come creare massa critica e collaborare in vista di promuovere la e-democracy), vi sottopongo un argomento che stiamo discutendo qui in Università tra le piattaforme BiPart e openDCN: come far dialogare le due piattaforme?

Assieme ad Airesis, e in misura minore LiquidFeedback, openDCN e BiPart noscono con l'intento di gestire la vita civica e politica di specifiche comunità in tutti i suoi aspetti: discussioni, proposte, eventi, decisioni, etc. OpenDCN è modulare e, attraverso il "meta-strumento" Agenda, permette di definire il processo partecipativo e le fasi che lo compongono, come progettato offline, attraverso l'utilizzo degli altri strumenti a disposizione (brainstorming, consultazione, etc.). BiPart invece è un po' più rigido perchè si basa sulla metodologia del bilancio partecipativo, anche se inevitabilmente prevede una certa flessibilità - derivante dalla diversità che possono avere i vari progetti di bp sul territorio, anche in virtù della loro natura ciclica e autorganizzata - e si divide strutturalmente in una dimensione "sociale" (standard e continuativa) ed "istituzionale" (flessibile e ciclica). Mi perdoni Airesis che devo ancora studiare a dovere (un'occasione, e un invito, ad intervenire!)

Per molti aspetti, questo rende le piattaforme esclusive ed in qualche modo competitive: o si sta in una o in un'altra. O si usa una o si usa l'altra. Salvo che un cittadino non appartenga a due comunità differenti o partecipi a due progetti differenti, la storia è questa, ma in questo caso le due comunità non avranno comunque molta occasione per comunicare e scambiarsi facilmente opinioni e idee. A discapito della circolazione dell'informazione e di tutti quei presupposti per una deliberazione ed una diffusione del sapere. Proprio questo punto è importante.

La rete è fatta di tante piattaforme e siti dove si discute, si partecipa in qualche forma. E non è facile trovare quella perfetta e in cui ci si trova meravigliosamente. Per cui si sperimenta, si sbaglia, si migra o ci si adatta. Da questo punto di vista non siamo neanche Zuckemberg, da poter permetterci ogni tipo di sviluppo, e forse non lo saremo mai, perchè se ricerchiamo la perfezione democratica (o il meglio), non potremo mai piegarci ai meccanismi che permettono così tante risorse: il carattere proprietario e l'accentramento decisionale. Mentre invece possiamo giocare con altre carte vicenti: la cooperazione, l'operare insieme per raggiungere uno scopo, un fine comune in un'iniziativa, impresa, attività (Wikipedia), che è la democrazia. 

Siamo però tutti consapevoli che questa cooperazione non potrà significare una fusione, una scelta tra una o l'altra piattaforma, o neanche una riprogettazione ex-novo: per ogni tentativo di fusione ci saranno decine di scissioni. Forse tutto questo non è un male: un po' di sana autonomia e competizione non può far bene alla cooperazione? Come rispondere a questo dilemma e come raggiungere l'obiettivo comune di unire le forze per lo sviluppo della e-democracy in Italia e oltre, e non degenerare o non rischiare di produrre prodotti meramente commerciali?

Alla luce di questo, la via su cui stiamo discutendo, cercando di intraprendere, e che vorremmo condividere con voi tutti è quella dell'apertura step-by-step, cioè, in breve: iniziare innanzitutto con la autenticazione federata degli utenti per poi proseguire, magari, con la scambio dei dati, attraverso le API per intenderci. Detto questo mi piacerebbe discuterne con voi e, chissà, allargare altresì le risposte e le soluzioni.

Stefano

Rispondi

Commenti (0)

Nessuna risposta inviata