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Inviato da avatar Luca Zanellato il 24-02-2015 alle 15:10 Leggi/Nascondi

Mi è stata resa nota questa notizia e, malgrado le ricerce, sembra che i particolari sono riservati o sono ancora tutti da definire, pertanto faccio le mie personali considerazioni.

  • Si parla di referendum consultivi, cioè di mere richieste di parere, legalmente non vincolanti per le decisioni successive: un grado appena più in là dei sondaggi. Esperienze recenti (proprio in Lombardia) hanno purtroppo dimostrato quanto possano essere prese in considerazione.
  • Si è approvata la possibilità di effettuare voti elettronici, ma, ad oggi, mancano le norme di attuazione e gli stanziamenti per finanziare l'operazione. Penso pertanto che passerà ancora molta acqua sotto i ponti, prima di vederne un'applicazione pratica.
  • Si accenna (mancano i particolari) che la tecnologia elettronica deve prevedere anche la stampa di una scheda cartacea in modo da poter effettuarne successivamente i riconteggi. Questo cosa vuol significare? Che l'apparecchiatura sia una specie di contatore elettronico e stampante di schede cartacee, da poter far rileggere ad uno scrutinatore? In tal caso non ci sarebbe una sostanziale differenza con i sistemi di voto tradizionali.
  • Viene imposto un affiancamento (non sostituzione) in tutti i seggi, tra le tradizionali tecniche di voto cartaceo e quella che sarà di tipo elettronico. Ovvero si prevede l'acquisto di centinaia di macchinette trasportabili (i seggi si trovano perlopiù in scuole), da approntare insieme alle cabine di voto, le urne, gli scrutinatori con i loro registri, ecc...
  • Si impone una percentuale di riconteggi dei voti elettronici pari almeno al 25% degli aventi diritto. Che, conoscendo la percentuale di partecipazione a questo tipo di consultazione, significa probabilmente il riconteggio di tutti i voti elettronici.

La domanda che mi pongo a questo punto è: a che serve questa operazione?

Se i termini sono questi, a nulla di buono... ma fa rumore (qualcuno si potrà mettere la medaglia davanti ai suoi elettori).

Manca completamente gli obbiettivi:

  • non è economica, ma anti-economica, perché mantiene tutte le strutture (e costi) precedenti, ma in più impone costi nuovi;
  • non promuove maggiore partecipazione (se per partecipazione si intende numero di votanti), infatti l'incremento teorico dovuto alla praticità del voto elettronico remoto, viene annullato dalla necessità di andare nei seggi (peraltro nei periodi limitati da una consultazione tradizionale);
  • l'aumento della condivisione è ingiudicabile, perché dipenderà da cosa la classe politica farà dei risultati della consultazione; cosa in cui la tecnologia in sé, è irrilevante.

Forse se i termini fossero stati altri, avrei sorriso; così penso che si vada verso un voluto fallimento, utile solo a far disperare verso serie ipotesi di partecipazione tramite l' e-democracy.

Saluti

Luca Z.

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